Sempre più spesso sentiamo parlare degli effetti negativi della pandemia e del brusco cambiamento del modo di vivere e di lavorare che influiscono sulla nostra salute psico-fisica, manifestandosi tramite differenti tipi di stress.
Come dimostrano numerosi studi, tra cui quelli condotti da Qualtrycs e dall’Università dell’Illinois, il 20% dei dipendenti impiega più tempo per completare i compiti, il 15% ha difficoltà a pensare e il 12% ha difficoltà a destreggiarsi tra le proprie responsabilità. L'inciviltà sul posto di lavoro è in aumento, le prestazioni e la collaborazione sono ridotte, causando così un netto peggioramento nei rapporti con i clienti con diminuzione del fatturato.
Se da un lato la situazione sembra irreparabile, dall’altro la nostra resilienza ci ha insegnato a cercare sempre una via di uscita. La medicina naturale, proposta da Catalyst, associazione no profit globale, per combattere l’ansia, lo stress e il mal di vivere sarebbe l’empatia, fattore positivo e propositivo per affrontare le sfide lavorative quotidiane.
Empatia che si traduce nel “mettersi nei panni degli altri”, e, soprattutto, ascoltare le risposte altrui, è una skill fondamentale. Un leader empatico stimola innovazione, inclusività, coinvolgimento e ambizione.
Un collaboratore che sa di essere ascoltato, che si sente valorizzato e parte integrante del team, darà il massimo sia nei momenti di up, sia nei momenti di down, condividendo idee e suggerimenti o ottimizzando le sue risorse.
L’empatia genera a sua volta empatia, la collaborazione migliora le prestazioni e un ambiente lavorativo attento alle esigenze e pronto ad intervenire stimola la produttività e il benessere del dipendente.
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