Probabilmente prima di leggere questo articolo ne avrete già trovati una decina che vi suggeriscono come essere migliori, più sereni, disponibili, caparbi, virtuosi, calmi, felici …. più tutto insomma. Per non parlare delle fantastiche sessioni mattutine di persone riunite su Clubhouse che pur non conoscendosi si coprono di complimenti l’un l’altro dichiarandosi felici di aprire la giornata così, come l’Orso Abbracciatutti (rif. DJ Angelo).
Finita la festicciola effimera si torna al lavoro, si passano in rassegna le mail e tutto questo effetto di carica, bontà e serenità rischia di sparire in un battito di ciglia.
Benvenuti nella realtà dove i problemi non si risolvono solamente con la bontà d’animo ma con lucidità, riflessione e soprattutto determinazione.
A prescindere dalle capacità, conoscenze e abilità del singolo unite agli effetti delle buone prassi psicoattitudinali acquisite nel tempo tramite formazione ed esperienza, la motivazione è l’elemento chiave che incide esponenzialmente sulla resa della nostra prestazione. È la forza propulsiva che determina buona parte del risultato e che ne accorcia drasticamente i tempi di raggiungimento.
Lecito domandarsi: ma la motivazione come si produce, o meglio come fa a riprodursi continuamente per fornire energia produttiva ad ognuno? Come possiamo misurarla?
Due alternative possibili: o chiedete ai guru dei dieci post di cui sopra di svelarvi una soluzione da Divino Otelma oppure, più semplicemente, dovete alzare per un attimo la testa dallo schermo e, scartati i problemi personali sotterranei, guardarvi bene intorno, innanzitutto all’interno dell’ambiente di lavoro in cui operate e dare una risposta compiuta, meglio se valorizzata e scritta, a queste cinque domande:
1. Le relazioni con l’azienda e con i vostri colleghi vanno bene?
2. Credete profondamente in quello che state facendo?
3. Vi sentite parte integrante ed importante del progetto aziendale?
4. Ne conoscete con chiarezza il fine?
5. Avvertite un brividino di orgoglio quando osservate il logo della vostra impresa?
La lettura dei risultati è molto semplice. Se non raggiungete la sufficienza in uno o più punti c’è qualcosa su cui intervenire subito cercando di capire se i compromessi che avete stabilito per equilibrare le relazioni personali e aziendali rientrano nel vostro limite di tolleranza. Inutile spostare l’asticella verso l’alto ad ogni passaggio e sopportare passivamente, il pericolo è quello di arrivare ad un livello troppo alto di demotivazione che non consenta di affrontare con slancio il suo riequilibrio.
Serve umiltà e coraggio per riconoscere le debolezze e poi determinazione per incidere sulle azioni correttive. E sia chiaro, per fare questi interventi non è assolutamente necessario lo scontro. Al contrario, i migliori riescono a governare relazioni personali o aziendali senza creare tensione perché più le scelte sono condivise serenamente più sono facili e veloci da applicare.
Questo in sintesi l’esercizio da svolgere con una buona periodicità per mantenere alto il grado di motivazione e non attendere invano le ferie per lenire le sofferenze e le frustrazioni lavorative.
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